ROOFTOP

Pastel beach

Photo: © Paloma Cabeza

Va tutto bene: sei giovane, hai un bel lavoro che ti fa viaggiare molto, un fidanzato stupendo come Francesco che ti ama alla follia.

Però sei inquieta, perché senti che ti manca qualcosa. Forse è quella proposta di matrimonio che aspetti da anni e non arriva. Ne avete parlato, ma senti che non vuole impegnarsi. Ne parli spesso alle tue amiche sparse per mezza Europa: paura che non ti ami abbastanza, che sia attratto da qualcun'altra. Storie di momenti in cui ti sembra che prenda l’iniziativa, ma ti confonde: falsi allarmi, indizi sbagliati, piste senza uscita.

Un giorno, la tua azienda ti manda in missione in Colombia: un accordo commerciale a Cartagena, spiegare le qualità dei componenti elettronici che vendi in giro per il mondo, ormai un'abitudine. Come spesso succede, vai con la tua amica e collega di sempre: Silvia, la bella siciliana che hai conosciuto in quell'Erasmus a Dublino che vi ha cambiato la vita.

Un lungo viaggio aereo in economica, la preparazione notturna dell’incontro con i clienti. Normale, quasi noioso. In più, le telefonate con Francesco sono strane, lo senti evasivo, come se non avesse voglia di parlare.

Al tramonto, dopo la riunione, tu e Silvia volete rilassarvi sul tetto dell'hotel, dove c'è la piscina. Ordinate due birre e vi avvicinate a un angolo della vasca, lontane dalla confusione di famiglie e adolescenti.

Ci sono due ragazze, che si voltano all’improvviso.

«Ciao Barbara. Ti aspettavamo!» Te lo dicono quasi in coro con quell'accento spagnolo inconfondibile. Patricia è di Siviglia, adora il flamenco e i bei ragazzi: mentre ti abbraccia si distrae a guardare il papà muscoloso che gioca con i suoi bambini nella piscina. Accanto a lei, Ines ha gli occhi felici, che brillano, come sempre.

«Ma no... cosa fate qui?» Guardi Silvia, che sorride, ma non capisci: non le vedi di persona da almeno cinque anni, quando vi siete salutate davanti a un pub in Temple bar: era la tua festa di addio, l'ultimo giorno in Irlanda.

Senti le lacrime affiorare, quando noti altre due arrivare, gli asciugamani legati sul petto. Le riconosci, e vorresti svenire.

Elin è svedese, introversa e silenziosa, la più sensibile, ha sempre un sorriso e una telefonata da regalare quando ti serve una voce amica. Annette invece è rigida, precisa, una madre di famiglia dall’educazione tedesca classica. Ma ora è felice, ti sembra di nuovo la ventenne che si gustava un cocktail dopo l'altro nei pub irlandesi.

«Non ci posso credere. Siete tutte qui. Ma perché? Non capisco.» Sei confusa, da un normale viaggio di lavoro sei ripiombata nel periodo più bello, dove avete fondato la vostra amicizia.

Contro luce, il tramonto alle spalle, arriva un ragazzo alto, con gli occhiali da sole e un cappello, si avvicina a bordo piscina. È Francesco.

Ora la confusione è totale: guardi loro, che ridono come matte, poi lui che ti fissa, gli occhi pieni di amore.

«Scusa se non ti abbiamo detto nulla, Barbara. Volevamo farti una sorpresa: mi hanno detto che non potevano mancare questo momento.» Tira fuori qualcosa dalla tasca, si inginocchia.

«Vuoi sposarmi?»

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